Il mio atlante

“Da bambino guardavo l’Atlante geografico, un bellissimo atlante che intercalava, alle carte geografiche, pagine illustrate di fotografie di tutto il mondo. L'atlante è il libro che ci permette di trovare dove abitiamo e dove vorremmo andare e il viaggio sulla carta geografica credo sia uno dei gesti mentali più naturali in tutti noi, fin dall'infanzia, appunto. La sua lettura non serve a catturare il mondo, ma ad immaginarlo. Forse è stato questo il mio primo incontro con l’opera fotografica. E ogni immagine, luogo o paesaggio che sia, ne richiama un'altra e non esiste nessuna immagine unica o originale. Ognuna porta in sé tracce d'un riconoscimento di qualcos'altro, di altre foto, visioni, apparizioni che ridanno dignità alle cose. Frammenti dispersi, intuizioni, piccoli mutamenti della luce che si trasformano in piccole certezze, un insieme di punti da unire tra di loro per tracciare un itinerario possibile per ritrovare una strada. Ma è una cartografia imprecisa, senza punti cardinali, che ha più a che fare con la percezione di un luogo che non con la sua catalogazione o descrizione. Una geografia sentimentale dove gli itinerari non sono segnati e precisi, ma ubbidiscono agli strani grovigli del vedere”. (Luigi Ghirri)


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